Quante volte abbiamo sentito dire “Le auto elettriche costano troppo”, “Non siamo ancora pronti per la mobilità 100%” oppure “mancano le colonnine per la ricarica”? Tantissime. E allora, che le auto elettriche costino troppo (rispetto a quelle endotermiche) è assolutamente vero, così come è altrettanto vero che noi italiani non siamo ancora pronti per questo tipo di mobilità. Dire, però, che le auto elettriche non si vendono perché non ci sono colonnine è assolutamente sbagliato.
Secondo Motus-E (un’associazione italiana costituita dai principali operatori industriali dei settori automotive ed energia per favorire la transizione energetica nel mondo dei trasporti, promuovendo la mobilità elettrica e divulgandone i benefici economici e ambientali) al 30 giugno 2024, i punti di ricarica a uso pubblico installati nella Penisola sono 56.992, in crescita di 11.782 unità nei 12 mesi e di 6.314 unità dall’inizio dell’anno (+2.828 nell’ultimo trimestre). In due anni il numero dei punti è quasi raddoppiato, da 30.704 a 56.992 unità.
“Il lieve rallentamento delle installazioni nell’ultimo trimestre indica che gli operatori della ricarica si stanno già attrezzando per la grande sfida del PNRR, per la quale occorrerà uno sforzo straordinario – dichiara Fabio Pressi presidente di Motus-E – Per centrare gli obiettivi del Piano sarà determinante il contributo di tutti gli attori coinvolti, dalle municipalità ai distributori di energia elettrica, chiamati anch’essi a un impegno eccezionale”.
Gli obiettivi del PNRR non si limitano solo l’installazione di oltre 41.000 punti di ricarica ad alta e altissima potenza da parte degli operatori della ricarica. Includono anche la loro connessione da parte dei distributori locali e l’attivazione entro fine 2025. Attualmente, il 17,9% dei punti installati è in attesa di collegamento e attivazione. Questo evidenzia l’importanza di velocizzare le procedure autorizzative e di un maggiore coinvolgimento di tutti i soggetti chiamati in causa.
“Siamo di fronte a una sfida entusiasmante ma estremamente complessa, che richiederà il massimo coordinamento tra tutti i player pubblici e privati protagonisti di questa grande operazione strategica – sottolinea Pressi – dobbiamo realizzare in tempi strettissimi un’infrastruttura senza precedenti, che può fare dell’Italia un punto di riferimento a livello europeo. Gli operatori della ricarica sono pronti e determinati a fare la propria parte, nella convinzione che l’ottimo lavoro svolto per creare la Piattaforma Unica Nazionale (PUN) possa dare vita in prospettiva anche a un efficace strumento per la pianificazione della rete, come avviene in altri Paesi Ue”.
Tornando ai dati, i punti di ricarica lungo le autostrade si attestano al 30 giugno a 963 unità (dalle 657 del giugno 2023 e le 235 del giugno 2022), di cui l’85% è di tipo veloce in corrente continua e il 62% supera i 150 kW di potenza. Il 41% delle aree di servizio autostradali è dotato già di infrastrutture per la ricarica.
La classifica delle Regioni con più punti di ricarica vede prevalere la Lombardia (10.902 punti di ricarica, +3.245 negli ultimi 12 mesi), davanti a Piemonte (5.775 punti, +1.261 nei 12 mesi), Lazio (5.641 punti, +1.290 nei 12 mesi), Veneto(5.508 punti, +1.088 nei 12 mesi) ed Emilia-Romagna (4.720, +754 nei 12 mesi).
Tra le Province, Roma rimane al primo posto per punti di ricarica installati (4.451 punti, +1.052 nei 12 mesi), seguita da Milano (3.618 punti, +1.074 nei 12 mesi), Napoli (2.839 punti, +212 nei 12 mesi), Torino (2.641 punti, +634 nei 12 mesi) e Brescia (1.681 punti, +216 nei 12 mesi).